È come l’araba fenice, la pittura. Non esce mai di scena. Nemmeno quando l’impiego sempre più spregiudicato e accelerato delle moderne tecniche di comunicazione sembra confinarla nel ghetto della tradizione, del limite del quadro, della funzione rappresentativa. Essa ancora sa attingere a piene mani alle strategie estetiche della contemporaneità: allo spaesamento, all’ironia, alla citazione meta-linguistica.