Un luogo speciale e che non poteva mancare sulla nostra guida del Centro Storico: la sognante Libreria il Gelso, luogo fatto di libri e oggetti semplicemente bellissimi.

Libreria Il Gelso, un giardino da leggere, nel cuore di Verona.

Prima domanda di rito: Libreria il Gelso è sempre stata qui in Via Zambelli? Quand’è nata?

Non è sempre stata qui: era in Corso Porta Nuova, ma questa forma cartoleria-libreria c’è da quando ci siamo noi, da più di 25 anni. L’idea della cartolibreria, di unire la carta ed i libri, è stata nostra.

Sicuramente la parte di cartoleria è ricchissima, molto particolare e -immagino- riconosciuta come tale. Come selezionate le materie prime ed i fornitori?

In effetti una volta è venuto un nostro fornitore di carta e ci ha assicurato che a Verona, ma anche a Milano e Torino, non esistono negozi di carta così ben forniti. Abbiamo tutte le cartiere più importanti d’Italia, i prodotti classici e quelli più recenti, e non solo: teniamo prodotti dalla Francia, dal Nord Europa, dall’Oriente e da laboratori locali.

Insomma, avete fornitori da tutti gli angoli del mondo! E gli articoli di cartoleria li producete voi?

Il 90% di quel che è cartoleria lo facciamo noi: i biglietti, i quaderni, gli album, i libri-firma. L’oggettistica, i prodotti per la scrittura, i soprammobili ed i fermalibri, arrivano principalmente dal Nord Europa, ma dall’anno scorso abbiamo cominciato a sviluppare dei prodotti nostri con una ragazza, Chiara, che è specializzata in lavori con il legno. Abbiamo degli artisti che collaborano con noi, alcuni ormai di vecchia data ed altri più giovani: calligrafi, incisori, artigiani.

I prodotti di questi artisti sono esclusivamente per noi: richiediamo loro di sviluppare dei temi ed i lavori finiti li si possono trovare solo qui. Ovviamente poi loro fanno molte altre cose, murales, dipinti eccetera. Sono tutti bravissimi!

Ultimamente si può dire che la necessità di scrivere è sicuramente calata, sostituita da nuove tecnologie. Voi che lavorate con carta e penna, cosa ne pensate?

Beh, crediamo che negli ultimi anni si sta verificando un ritorno, una riscoperta del piacere di scrivere. Proprio l’altro giorno leggevamo un articolo che racconta di una scuola friulana di ‘nuovi amanuensi’; nell’articolo veniva sottolineato anche il valore terapeutico della scrittura: se pensi allo sviluppo negli ultimi anni di libri da disegnare – come ad esempio quelli di mandala – , questi sono nati proprio come antistress, come terapia. L’esercizio di scrivere si è staccato dalla scrittura come necessità scolastica, perché probabilmente i nativi digitali hanno sempre meno a che fare con i quaderni già nella scuola, così ci stiamo lentamente rendendo conto di tutti quei vantaggi lasciati per strada, vantaggi connessi al fare un esercizio di coordinazione occhio-mano-pensiero.

Bisogna dire che ci sono stati anche importanti esponenti italiani che sono riusciti a riunire tendenze e movimenti diversi: penso ad esempio a Luca Barcellona, che era un writer ed ora è un grande calligrafo. Ha unito questi due mondi, sicuramente ha contribuito ad avvicinare tante persone ed a ridare slancio alla scrittura!

E voi personalmente avete riscontrato questo ritorno al piacere della scrittura e questo nuovo interesse per la carta?

Si, in generale si, alla gente piace. Pensa che alcuni turisti dalla Florida, dalla Gran Bretagna, hanno approfittato di un soggiorno a Verona per passare qui in libreria, perchè avevano letto di noi su riviste specializzate all’estero. Per noi quando capita è motivo di grande soddisfazione e orgoglio! Questo rispecchia molto anche il vostro progetto come Salmon: dare valore alle peculiarità, alle botteghe del territorio. Spesso ci dimentichiamo che la bellezza, il fascino del nostro paese è dato proprio da questa particolarità, le piccole realtà tipiche radicate nel territorio. Di frequente le città fanno importanti investimenti in zone commerciali con grandi brand internazionali, quando in realtà il turista non viene a cercare quello, ma il piccolo laboratorio autentico.

E il cliente cosa cerca? C’è qualche prodotto che vi rappresenta in particolar modo?

Beh, ti sembrerà assurdo ma il prodotto più venduto è sicuramente l’album portafoto. E’ il primo prodotto che abbiamo sviluppato: lavoravamo con un’azienda produttrice che aveva degli ottimi materiali, poi molti ragazzi da lì sono venuti a lavorare con noi ed è nato il nostro laboratorio, con i primi modelli di album e quaderni. Poi i biglietti, i segnalibri. Pensa che da quindici anni un cliente di Madrid viene una volta all’anno e si porta a casa i segnalibri, pezzi unici fatti a mano, da collezione.

Ci avete parlato della vostra passione per la carta. E l’altra faccia della libreria il Gelso? Raccontateci un po’ dei libri!

Un giardino da leggere nel cuore di Verona: la libreria nasce negli anni’80 come centro di cultura ecologica, in corso Porta Nuova; poi ci siamo spostati qui e pur mantenendo l’originale vocazione alla bioarchitettura, urbanistica, manualistica sulla gestione dei rifiuti, siamo diventati più romantici. Abbiamo inserito prodotti di carta riciclata ed il ventaglio di libri si è aperto anche verso la narrativa: si va dalla letteratura di giardino, le poesie di Prevert sugli alberi, ai manuali di botanica. L’altra parte importante è la letteratura di Verona, pubblicazioni veronesi sulla città e dintorni e libri fotografici; negli ultimi tempi abbiamo sviluppato anche una piccola sezione sul camminare, con qualche guida d’escursionismo ma in particolare libri di filosofia di viaggio. Fondamentalmente è gestita come se fosse la biblioteca di casa: tutto quello che ci piace e che ci sta, lo inseriamo.

Nel settore dei libri, così come in altri, Internet offre oggi possibilità d’acquisto infinite. La carta vincente di attività come la vostra può essere proprio riuscire ad offrire al cliente una selezione ed un consiglio che il web non può dare. Siete d’accordo?

In linea di massima chi compra online è un cliente che sa già cosa comprare; chi viene in libreria invece molto spesso entra, chiede un consiglio, non sa ancora cosa comprerà. Negli ultimi anni abbiamo avuto la conferma che non si può fare concorrenza al web, per lo meno sul prezzo; quello che possiamo fare noi come negozianti è fare quello che non possono fare loro: accogliere il cliente, fare consulenza, avere il piacere di fare due parole e coltivare il rapporto umano. Probabilmente è l’unico modo che hanno i commercianti di sopravvivere. Da questo punto di vista vedo più avvantaggiati i piccoli negozi, che hanno la possibilità di avere questa intimità con il cliente, rispetto alle grandi catene in cui questa componente manca: se andare in un negozio fisico diventa come comprare on line, a quel punto compro on line. Se invece la piccola bottega riesce a darmi un servizio in più, allora mi rivolgerò sempre lì.