Ed è così che, miei cari pescetti, siamo passati dall’inverno all’estate senza nemmeno accorgercene e senza che il calendario sia d’accordo.
Stranezze climatiche? Surriscaldamento globale? Profezia Maya?
Non lo so. Sinceramente pensavo più alle parole vaticinanti della ormai ottuagenaria Loretta Goggi, ma non credo Piero Angela sarebbe d’accordo.
Non ho idea di quale sia la spiegazione della mancata primavera, ma mi sono di certo chiari gli effetti: state tutti impazzendo.
La corsa agli armamenti estivi, la ricerca affannosa del pesoforma, la rincorsa forsennata dell’abbronzatura … CALMA! Godetevi i mesi che passano e per una volta fottetevene di essere i più pallidi, quelli con la pancetta o quelli con il costume della stagione passata.
E poi non scordiamoci che anche lo spirito deve arrivare all’estate preparato e io temo questa primavera latitante, non vi abbia lasciato il tempo di ricordare come gestire l’ormone.
Ma ecco che zia Salmona vi dà alcuni pratici consigli:

● se siete fidanzat* e volete restarlo, evitate di mettervi in situazioni ad alto tasso erotico con esseri diversi dal vostr* partner, che già la carne é debole … figuriamoci il pesce di fiume.

● per coloro che si rendessero conto di desiderare una unione carnale con un Kevin Pearà o una Jennifer Tastasal qualsiasi, si domandano sempre: “Lo farei anche d’inverno, se dovessi attraversare la provincia sotto la neve?” Se la risposta è no (e
al 97,8% sarà così), DESISTETE.

● per tutte coloro che vagassero per la città dell’amore annusando l’aria alla ricerca “del suo odore”, si ricordino sempre che “il suo odore” non è testosterone, ma è ammorbidente. Con una probabilità Coccolino. Scelto da SUA MADRE.

● a coloro che invece, in preda all’ormone senza controllo, abbiano la tendenza alla riesumazione dell’ex posso solo dire: smettetela con necrofilia e lasciate il cellulare ad un* amic* se avete intenzione di fare serata.

La morale, miei amati pescetti, questa volta è una sola.
Se la natura non ha avuto regole e si è scordata della primavera, facciamo noi le cose per bene:
andiamo per gradi, usiamo la testa quando facciamo le cose e quando ci relazioniamo tra umani perché poi, credetemi, sarà un attimo girarsi indietro, accorgersi della cazzata e dire “Che fretta c’era, Maledetta primavera?”.