di: Aurora Lezzi
“Ma sì, accendiamo la luce così mettiamo in risalto le occhiaie. Ieri abbiamo fatto le 6”
Inizia così la nostra chiacchierata con i The Foolz, 5 butei giovanissimi che abbiamo incontrato in uno sgabuzzino nel giardino di casa di uno di loro, la cosiddetta “casetta”. Età media, 20 e 21 anni. Era come trovarsi nel covo del classico adolescente ribelle, un posto strafigo che non può che raccontare la personalità di chi ci vive: poster sui muri, locandine, posaceneri, cuscini, chitarre, dischi.
Ci accomodiamo e facciamo un po’ i professionali.
Parlateci di voi e del vostro rapporto con la musica, come nasce la band?
B: Ciao, siamo Bruno, chitarrista, Filippo alla batteria, Luca, la seconda chitarra, Alessandro, la voce e Luca, al basso. La band è nata il 24 febbraio 2021, esattamente un anno fa. Tre di noi si sono trovati nel periodo di zona rossa e arancione perché siamo vicini di casa e siamo amici da tempo. Abbiamo iniziato a fare le prime cose che erano, però, delle schifezze.
Poi io ho conosciuto Luca, e Alessandro lo abbiamo trovato tramite una storia Instagram. Ci siamo trovati in casetta e abbiamo fatto la nostra prima canzone insieme, ci siamo chiusi qui per un anno fino al 15 marzo e ne abbiamo scritte un altra quindicina. Quel giorno abbiamo fatto il nostro primo live all’Altrove e da lì tanti altri, circa una trentina fino ad adesso. Il 16 Marzo suoneremo al Camploy e sarà una sorta di anniversario da quando abbiamo cominciato a suonare live.
Chi di voi scrive i testi? Qual è il processo creativo? 
A: Io scrivo i testi e da quando ci siamo incontrati abbiamo usato quelli scritti da me e loro hanno iniziato a montarci una base. Però ci diamo una mano sempre, mi aiutano a scriverli. Loro fanno la maggior parte della musica, io suono anche il pianoforte quindi li aiuto con le melodie, se serve, e loro aiutano me con i testi. Quando scrivo, mi aiuto molto con il piano: parto da quella come base e da lì viene il testo, ma a volte nasce tutto da melodie mentali ed è capitato che partisse un ritornello figo.
Dove avete prodotto i brani? Vi segue qualcuno per la produzione?
F: I primi quattro pezzi li abbiamo registrati in uno studio di San Bonifacio. Siamo andati lì perché, principalmente, era quello che costava meno. Poi ci ha scoperti un produttore di Verona, Federico Secondomè, che è abbastanza conosciuto. Si è preso bene per la tega The Foolz e ci ha presi in studio con lui; abbiamo iniziato a creare nuove canzoni con il suo aiuto perché ci ha messi su un altro livello di produzione. Adesso infatti ci troviamo in studio da lui e i nuovi pezzi devono ancora essere pubblicati, quindi si sta già parlando di uscire fuori da Verona e sentire alcune etichette.
Come organizzate le vostre date? 
L: Fin dall’inizio è stato abbastanza spontaneo, dalla prima volta all’Altrove. Da lì ci hanno chiamati al Cohen, dal Cohen ad altre parti e via dicendo, fino ad arrivare all’Amen al live di ieri sera, dove va un sacco di gente, ed è stato pazzesco. Adesso la data del Camploy la stiamo organizzando da soli.
B: Questa al Camploy sarà la NOSTRA data, vogliamo che sia la nostra festa. É come se mettessimo una bandierina di fine inizio percorso e ci sarà un sacco di gente che ci sta sempre attorno e che ci vuole bene, ci saranno gli sponsor che sono posti dove andiamo ogni giorno come lo studio di tatuaggi che ci ha tatuato tutti, il bar dove lavora uno di noi, la panzerotteria dove andiamo a mangiare quasi ogni giorno. Porteremo pezzi nuovi che suoneremo proprio con il nostro produttore e anche pezzi vecchi.
Da cosa prendete ispirazione per la vostra musica? 
F: Il bello della band è che ognuno ha i propri gusti musicali. In realtà non ci ispiriamo a qualcuno di famoso ma piuttosto c’è un condizionarsi l’uno con l’altro ascoltando nuovi artisti, nuove canzoni. Visto che ci piace suonare, ci piace anche riprodurre quello che ci piace ascoltare e quindi passiamo dal rock pesante all’R&B, al blues. D’Altro canto, molte cose che piacciono a uno non piacciono all’altro.
Che dire? È stato un estremo piacere fare la loro conoscenza: in questi cinque ragazzi vive una passione sconfinata per la musica e si vede quanto amore mettono in quello che fanno pur essendo giovanissimi.
Sarà bello andarli ad ascoltare nella data del 16 Marzo al Teatro Camploy per questa loro festa di anniversario dove verrà riprodotta come scenografia la “casetta” dove loro si trovano ogni giorno e fanno nascere le loro idee, con tanto di poster, divano e frigorifero.
Salmoni, ci vediamo lì!
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