Sei hai meno di 30-35 anni esiste da quando hai memoria. Un’istituzione e un porto sicuro in cui far salpare l’immaginazione. Accogliente come il salotto dello zio preferito (quello che sa tante storie e che ha viaggiato ovunque), la Libreria Gulliver rappresenta senza dubbio una delle perle preziose del nostro centro storico.

Siamo stati a scambiare due parole con Luigi Licci proprietario dall’aria mite e sapiente e indiscusso guru del viaggio.

Quando nasce la libreria Gulliver?

La libreria esiste dal 1991, ci troviamo qui in via Stella 16 dal 1993, prima eravamo comunque qui vicino, a venti metri nel vicolo Stella.

Come mai Gulliver è una libreria per viaggiare?

Perché nel 1991 era una cosa abbastanza innovativa, non c’era nulla del genere in Italia, poi piano piano hanno preso piede, anche se la libreria specializzata di viaggio fa parte di una confraternita piuttosto ristretta.

La gente entra qui con un’idea precisa o arriva curiosa in cerca di un consiglio per un viaggio?

La libreria specializzata ha, nel valore aggiunto dell’assistenza che può fornire, il motivo principale di esistere. Una libreria specializzata dà quell’elemento in più che consiste proprio nel fornire un consiglio personale sul viaggio, oltre che consegnare il libro richiesto.

Vedo qui in negozio molti mappamondi, carte e mappe…

C’è in tutto questo un fascino antiquato, ma non per questo meno forte. Una mappa era un aggiornamento di quello che non era conosciuto in quel momento. Ad oggi è un fascino di un oggetto che romanticamente è obsoleto, ma che suscita ancora interesse. Anche le carte topografiche di montagna, che vendiamo maggiormente, hanno un fascino che non tramonta.

Spesso, al giorno d’oggi, su Internet si trova di tutto. Il vero valore aggiunto per il negozio è l’esperienza ma anche la selezione: confrontarsi con il tutto di Internet ci costringe a scegliere in base alla propria visione, che è ristretta, mentre se si va in un negozio come il tuo ci si affida all’esperienza e alla selezione che è stata fatta a monte. Qui avete sia libri per viaggiare sia libri che riportano la loro esperienza di viaggio? Come si suddivide la vostra selezione?

Direi che circa il 90% sono guide e il 10% sono libri fotografici o letterature di viaggio. Con le presentazioni che organizziamo con una certa frequenza la letteratura e le esperienze di viaggio vengono esaltati in maniera valida.

Gli incontri ogni quanto avvengono e su cosa vertono?

Avvengono con una cadenza di uno o due incontri al mese e vertono sul viaggio: omaggi ai grandi viaggiatori, destinazioni interessanti che possono essere anche vicine, non necessariamente la Nuova Guinea o la Terra del fuoco. Se possibile, cerchiamo di organizzare gli incontri con gente di un certo spessore, che abbia esperienze interessanti da poter condividere.

Oltre a questi eventi organizzate altri tipi di attività?

Siamo attivi con le presentazioni, con laboratori di scrittura, di acquerelli, di fotografie di viaggio. È chiaro che per una piccola libreria indipendente non è facile, abbiamo quotidianamente lanciare il cuore oltre l’ostacolo, però ci piace dare sempre un messaggio di attivismo, piangerci addosso non porta da nessuna parte. Cerchiamo di trovare nuovi spunti per andare incontro a chi viaggi con iniziative nuove.

Salmon rivolge la sua attenzione sul territorio di Verona e provincia. Quali sono i posti veronesi che consiglieresti?  

Da neo-veronese,essendo romano, amo molto il quartiere in cui abito adesso, Filippini, un quartiere poco “spritzarolo” e fuori da certi circuiti, pur essendo piuttosto centrale. Amo molto anche Veronetta, so che è un quartiere attivo e ricco di etnicità e realtà che mi sta piacendo conoscere e  approfondire. Qui in libreria, tra l’altro, ci sono dei volumi interessanti, usciti da poco, proprio sul quartiere Veronetta.

Cosa simboleggia la targhetta appesa fuori dalla libreria?

La targhetta è qui dal 2011 ed è legata ad un artista svizzera che anni fa passando di qui ci chiese di metterla. Ne ha distribuite dalla Sicilia fino alle Alpi seguendo le tracce di Goethe, ispirandosi non tanto al posto, quanto alla toponomastica: in questo caso le piaceva il nome “via Stella”. È una targa abusiva (ride), quindi non c’è una nostra collusione, ma intriga molto e fa fermare la gente. La cosa buffa è che la frase “Mi sono persa” è stata messa di fronte ad una libreria che dovrebbe aiutare a non perdersi.