Diario di bordo ep.3

 

 

Osservatrice non frequentante. Non sono mai stata una grande amante dello stare a contatto con la gente, forse perché mi son sempre sentita fuori luogo o semplicemente perché non riuscivo a comprenderla. Il fatto che esistano così tanti caratteri, così tanti modi di pensare, di agire, di vivere, per me è destabilizzante. “Meglio stare per fatti miei”, ho sempre pensato, e così sono sempre stata l’outsider della situazione. Perché sforzarsi di capire l’altro, quando magari l’altro non capisce te?

Una volta trasferita in una città che non è la mia, però, ho dovuto fare i conti con il fare domande, approcciarmi, gestire situazioni ed entrare a contatto con le persone, parlare con loro, conoscerle. Soprattutto perché questa è la base del futuro lavoro che vorrei avere.

 

In questi ultimi mesi credo sia presente nella mia vita una buona influenza che mi fa guardare le cose da un punto di vista diverso. Se prima mi limitavo ad osservare le persone, a cercare di capire cosa stessero pensando, a fantasticare su quale fosse la loro vita anche solo da un sedile del pullman, adesso, se capita, ho voglia di chiederglielo.

 

Cosa fai nella vita? Qual è la tua storia?

Non ho mai avuto questa empatia verso gli altri esseri umani come adesso.

Forse son matta, ma vedo bellezza e provo tenerezza nel vedere una signora con le buste della spesa che torna a casa in autobus, i ragazzini che giocano a pallone nelle piazze, le mani in aria delle persone ai concerti, due vecchietti che si tengono per mano, chi va a fare commissioni in bicicletta, chi cammina da solo per il centro storico con le mani dietro la schiena.

Mi viene dunque da pensare: è questa la vita? Semplici situazioni, di tutti i giorni, quotidiane, occasionali o di routine, ma che costruiscono quadri interi. 

 

Diversamente dall’osservare gli sconosciuti, c’è poi il creare rapporti. 

Rispetto a quand’ero una bambina, quando era tutto più facile, quando bastava un “giochiamo insieme?” per conoscere qualcuno, adesso ho difficoltà nel fare amicizia. Il non saper cosa dire, di cosa parlare, se potrai essere simpatico o meno, per me è un ostacolo. 

Quasi sicuramente è solo un ostacolo nella mia testa, perché, a dire la verità conosco un sacco di persone adesso e non riesco neanche a capire come sia possibile, dato il mio carattere. Giù, a casa, sono abituata alla comitiva di sempre, gli amici che non cambierei mai con nessuno al mondo, di cui conosco ogni particolare, ogni movimento. 

No, la cosa non mi annoia e non credo possa mai succedere. Credo sia unico e raro avere delle certezze nella vita e meglio ancora è quando sono delle persone ad essere delle certezze. 

Qui a Verona ho stretto delle amicizie e sono fantastiche. Non posso fare a meno di notare quanto siano diverse tra loro, è come se avessi due vite parallele. A casa, con i miei migliori amici di sempre, abbiamo il nostro caffè dopo pranzo, il ritrovo nella piazzetta come abbiamo sempre fatto, la passeggiata al faro a mare quando non c’è niente da fare nei tardi pomeriggio. Gli amici di qui invece sono imprevedibili perché non li conosco bene, e la cosa mi piace. Mi accodo. Esempio: mi sono ritrovata a Vicenza nell’arco di un pomeriggio e non ne avevo la minima idea. 

Non smetterò mai di dirvelo: esplorate, conoscete persone, apritevi. 

La solita pinnata affettuosa,

Aurora

pic credits: @auroraeyo