Di: Aurora Lezzi

 

Sono Veronesi? No, vengono da Milano. Uno di loro addirittura da Lima, Perù, appena girato l’angolo.

Ci piacciono da morire? Assolutamente sì. Freschi, ganzi e originali.
“Ciao, siamo gli Studio Murena, un gruppo di sei elementi e facciamo jazz-hiphop”.
Ragazzi con la testa per terra e i piedi sulle spalle. Si dice al contrario forse?

Però, è proprio questo che fanno: mettere sottosopra il pubblico quando loro sono sul palco.

                                                      Conoscevo soltanto un loro pezzo. Com’è finita? Ho preso l’album appena finito il concerto. Ve lo confermo e sottoscrivo: la loro musica è una piacevole scoperta, un genere che non ti aspetti di apprezzare, un graffio sopra il jazz che rende tutto  stra-dinamico. Standoli a sentire dal vivo ribalta tutto quanto, è pazzesco: ti diverti e segui il beat pur non conoscendo nulla del loro lavoro, ti coinvolgono al 101%.
Ho avuto la fortuna di fare quattro chiacchiere con loro nel seminterrato di una proprietà privata dove nel weekend del 14, 15 e 16 ottobre si è tenuto il Fine di Mondo Festival e loro erano la band di chiusura dell’ultima serata.
Avevano appena finito di mangiare dei nachos. Curioso, perché il nome del gruppo, ci racconta il tastierista, nasce per gioco proprio da una visione completamente random avuta mentre si trovava sul Lago Maggiore in canoa: spunta un serpente acquatico e lui se lo immagina mentre mangia delle patatine.
“Prendono anche il controllo del mezzo ‘sti animali qua”.

Ora, questi animali ci sono per davvero nel lago, ma forse quello che non sapevate è che le patatine sono tipico cibo delle murene. Scherziamo.
I ragazzi della band si conoscono in conservatorio a Milano e si uniscono nel 2018. La prima bozza di progetto in realtà seguiva un flow di musica elettronica, per poi scegliere di focalizzarsi sugli altri generi che gli interessavano: l’hip-hop e il jazz.
Cosa succede a questo punto?
“Ci siamo detti, bho, proviamo ad andare in questa direzione e abbiamo avuto la fortuna di incontrare così Carma, il nostro rapper, vocalist, paroliere e scrittore dei testi. Li scrive solo lui anche perché è l’unico capace”.
Anche maestro di cerimonie e tante altre cose, ma solo nel tempo libero.
In sostanza, il percorso che porta a quello che oggi è il loro progetto, è stato abbastanza naturale. Età media? 26 anni. Butei.
Diciamo che si emozionano tanto per tutte le esperienze che fanno, come anche quella di quest’estate alla Notte della Taranta, che figata. Un pubblico incredibilmente numeroso e con la partecipazione di artisti Italiani e internazionali che cambiano ogni anno.
Gli è piaciuto tanto e posso dire di essere rimasta anch’io molto contenta trattandosi del Salento, casa mia.
News appena uscite dal forno: un album pronto a essere schizzato fuori e di cui ancora non si rivela la data.

Nel frattempo, potete ascoltare il loro primo disco uscito nel 2020, dal titolo omonimo della band: contiene pezzi come “Eclissi”, “Password” e mine allucinanti come “Long John Silver” che ha scatenato il panico al Festival come pezzo di chiusura.
Che dire, mi sono stati incredibilmente simpatici e io come tanti altri, non vediamo l’ora di scoprire cosa stanno per buttarci fuori.