Caffè, quattro ciacole, “Circles” di Mac Miller come sottofondo e cominciamo la nostra intervista con i Parco Natura Morta, 100% made in Verona.
No, non è il nome dello zoo scritto male. È un’altra cosa.
Sono Lorenzo, Riccardo, Davide, Michele e Federico, dei quali abbiamo conosciuto di persona solo i primi due.

“Come nasce il gruppo? Vi conoscevate già da prima?”
L: Io, Federico e Michele siamo amici da molto tempo, anche con Davide. Però in realtà io sono l’ultima recluta, sono arrivato due anni e mezzo fa. Il gruppo era già formato, in principio erano quei tre. Prima avevano già un gruppo di stampo indie-rock inglese che poi si è sciolto, poi Federico ha deciso di fare prima un po’ di cover, finché non hanno iniziato a produrre cose inedite e originali. Piano piano, si è aggiunto questo signorino qua..”
R: Io li conoscevo già perché quando suonavo con mio fratello, ci trovavamo alle assemblee di istituto e loro facevano cover band degli Arctic Monkeys, mentre io facevo jazz. Musicalmente ci conoscevamo; era un periodo morto dove io non avevo nessun gruppo e mi arriva la chiamata di provare a suonare con loro, volevano un trombone e mi è partita la tega.
L: Quando mi sono aggiunto, alcuni pezzi dell’EP c’erano già. Poi nel marzo di quest’anno è uscito l’ EP completo.

Quindi suonate insieme da sei anni però non sono sempre stati pezzi vostri.
R: No, all’inizio era solo un provare generico, trovarci giusto una volta a settimana. Dopo è arrivata l’esigenza di uscire, ma dopo tanto tempo, forse dopo 3 anni..ci abbiamo impiegato tantissimo. Avevamo trovato una prima data per suonare ed è stata bellissima: a Bovolone, in un evento che si chiamava Dentro Il Parco Festival, suonavamo sotto un albero, davvero una bella esperienza.
L: Marzo 2022 esce l’EP. Raggruppa pezzi anche abbastanza vecchi. Quasi tutti erano pezzi nati dalla testa di Michele, abbiamo messo un po’ del nostro, ci abbiamo lavorato su per tanto tempo e dopo li abbiamo resi un prodotto. R: A volte prendiamo anche pezzi vecchi e li rifacciamo perché ci vengono in mente arrangiamenti nuovi.

Titolo dell’EP? C’è un concept a livello di album?
R: In realtà, dato che in questi anni abbiamo fatto una valanga di pezzi, abbiamo deciso di racchiudere quelli che ci rappresentavano di più nel primo EP che è uscito e che si chiama Parco Natura Morta. Ci rappresenta non a livello di testi ma a livello di suoni: testi sono una cosa un po’ più intima.
L: Sì, i testi sono molto intimistici che sorgono dalle nostre vite, nel senso che sono il frutto di sentimenti, paure, come spesso succede. Il file Rouge è proprio l’espressione dell’intimo, quindi non c’è un concept preciso come altri album, il nostro è pensato secondo un suono che vogliamo portare fuori e scegliamo i pezzi che lo rappresentano in quel momento.
R: Abbiamo scelto il formato EP anche per questo motivo, mentre ora l’idea è quella di fare più avanti un secondo disco al quale stiamo già lavorando, seguire un concept ben specifico e trovare una storia. Il primo è stato più una presentazione.

Dove lo avete prodotto?
R: Qui a Verona, da Murato Records a Perona.
L: Una realtà abbastanza giovane che produce artisti locali.
R: Abbiamo registrato in studio da loro perché all’epoca avevano proprio uno studio fisso lì, ora non c’è più perché vogliono fare più produzione e meno registrazione.

Provate ogni settimana?
R: Magari… per un sacco di anni sì.
L: Ora le nostre vite sono un po’ cambiate, per esempio Michele fa specialistica a Milano e proviamo quando ci siamo.

R: L’idea è quella di riuscire a provare ogni settimana ma è difficile, dobbiamo trovare un equilibrio. Anche per questa esigenza è cambiato anche il modo di produrre che avevamo, mentre prima i brani venivano creati e si evolvevano in saletta, adesso ci siamo approcciando al metodo di registrarci sempre.

Ma il nome del gruppo, invece? Spiegateci un po’ questo fun-fact. 

L: Riccardo, questa è roba tua.

R: SI, è roba mia: prima avevamo un nome africano, “I Lunga”. Il nome attuale invece ha una storia molto stupida. MI è rimasto impresso perché una sera, prima di una data con il mio vecchio gruppo, mi stavo fumando una sigaretta fuori da un ristorante e c’era un bambino che continuava a piangere perché voleva andare allo zoo, al Parco Natura Viva.

Questo bambino continuava a lamentarsi e la madre, che a un certo punto ha sbroccato, gli ha detto “Guarda che se non la smetti ti porto al Parco Natura Morta”. Con quest’associazione di parole mi è partito un trip allucinante. Questa cosa, senza esagerare, è successa forse dieci anni fa: io ero ancora alle superiori e questo nome mi è entrato nella testa. Ricordo di aver pensato “Se mai avrò un gruppo che fa musica indie rock italiano si chiamerà così”. All’inizio, quando sono entrato nel loro gruppo Whatsapp, come nome c’era “I Lunga” e il “Parco Natura Morta” gliel’ho non li convinceva tanto quando gliel’ho proposto. Alla fine è entrato nella testa anche a loro.

Queste sono le curiosità che vogliamo sapere per conoscere al meglio chi fa musica. c’è sempre qualcosa di nascosto che viene fuori.
In conclusione, non andate allo zoo ma andate a sentire loro non appena sapremo che sono in giro a suonare da qualche parte.

 

di: Aurora Lezzi