Quando esce un nuovo disco, solitamente non mi assale la “fotta” di ascoltarlo immediatamente. La fretta è nemica dell’amore, ricordatevelo sempre. Puntualmente, anche per “POLAROID”, primo lavoro sfornato dalla collaborazione di Carlo Luigi Coraggio e Franco Bertolini, è andata esattamente così. Ho aspettato che il loro “hype” fosse compiuto con precisione maniacale. La comparsa dei primi video su “youtube”, il primo magro interesse, l’aumento, la condivisione di “influencer” musicali sulle loro bacheche ed i primi concerti. Mi piace guardare come qualcosa evolve, senza dover immediatamente consumare quello che mi viene proposto. Può risultare vecchio, solamente se ti lasci condizionare dal mercato. Se sai gestire il tuo tempo, allora non c’è mai un momento obbligatorio per ascoltare qualcosa.

Uscito il 5 maggio, andato esaurito in tiratura limitata per Bomba Dischi, riproposto nella metà di giugno, “POLAROID” è diventato un disco cardine della nostra estate Italiana. Un mix quasi proporzionato tra indie, pop e rap italiano. Linee di “drum” che ricordano piacevolmente i suoni “trap” del momento, che poi, un giorno vi parlerò della “trap” e capirete che c’entra davvero poco con quello che vi vogliono propinare da un anno a questa parte, ma questa è una storia diversa. Detto questo, con quella giusta presunzione che mi appartiene, passiamo a capire meglio questo disco.

Sono esattamente polaroid, o meglio sono esattamente istanti di vita vissuta che ci appartengono. Traccia dopo traccia, tra le vie della propria città, con assoluto disincanto ed ironia il duo descrive il quotidiano con sagacia ed intelligenza. Non risultano mai troppo ricercati e nemmeno troppo banali sia per le stesure che per le melodie. Come sempre, dobbiamo discostarci da chi pensa che tutto sia lasciato al caso. Cosa ho apprezzato di loro nel mio personale “track by track”? Sicuramente la cura per i dettagli e la loro capacità di incastrarci dentro un intero ricordo. Tutto con assoluta leggerezza, che non vuol dire però menefreghismo, anzi. Non credo che esista nulla di più complesso della semplicità, per lo meno quando si vuole ricordare qualcosa in maniera personale.

Un prodotto romano? No, un prodotto Italiano, uno spaccato della società, pieno di ricordi, richiami e mescolanze. Un disco che scorre veloce, forse troppo, ma è meglio così. Non abbiamo bisogno di nulla di troppo complicato o ricercato. Abbiamo bisogno che la bella musica si diffonda con rapidità e vada a coprire quello che non ci piace.
Vi consiglio l’ascolto, vi consiglio di non guardare in ogni caso al passato, perché tanto ci siete già stati.

Tommy in Salmon

TRACKLIST:
01. Solo Guai
02. Sempre In Due
03. Polaroid
04. Lucky Strike
05. Enjoy
06. Tararì Tararà
07. Per Favore
08. Noccioline
09. Alla Tua
10. Pellaria