DISCO DEL MESE - “Tutti su per terra” di Eugenio in via di Gioia

 
Caro lettore, per prima cosa non parlo di un solista ma di un gruppo. Gli “EUGENIO IN VIA DI GIOIA”, dopo aver evitato una tua inutile domanda, posso dedicarmi al mio racconto personale, legato all’ascolto di “TUTTI SU PER TERRA”. Le contraddizione mi piacciono tantissimo, il titolo quindi mi colpisce subito. Album, il secondo per loro, che ho tenuto sotto controllo. Non mi piace recensire contestualmente all’uscita, preferisco cucinarlo bene, sentirlo, usarlo ed ascoltarlo a fondo.
Ci sono contraddizioni, tematiche distruttive trattate con ironia ma acuta attenzione. C’è una timbrica che mi ricorda “Cristicchi”, non so sinceramente se sia un bene o male per la band. Ci sono tanti altri paragoni e similitudini che vorrei fare, ma poi non è corretto. Ogni artista, ogni gruppo è un percorso che parte da qualcosa per finire altrove, almeno per me questo è il senso. L’unica cosa, nella canzone “La punta dell’Iceberg”, la parola composta “TURBO-LIBERTA”, spero fosse un omaggio ai “TURBONEGRO”, ma non credo proprio. Detto questo, c’è un suono internazionale nella costruzione dei brani, la voce è chiara, limpida.

L’ascolto è veloce, quasi quanto girare in centro la domenica mattina. Pensandoci bene è un album da domenica mattina. Magari con il sole che sta uscendo dopo un veloce rovescio. E’ un album pensato. Lo trovo più diverso che simile a molte cose di questo stampo. Mi piace: non posso nascondere l’evidenza che mi piaccia davvero. Alcune ballate, altri pezzi più diritti. E’ passato tanto tempo da Agosto 2017, l’ho recensito solo ora! Perché? Perché c’è tanta ironia, tanta teatralità in questo album. Due elementi bellissimi, che mi mancavano nella canzone Italiana. Ci sono riusciti loro da Torino. Per chi fosse estraneo al loro suono ed ai loro testi, è tempo di rimediare: arriva la primavera. Pessimismo ponderato, sana ironia e bei suoni, sono la cura ottimale alle prime allergie. Ah, stavo dimenticato. Nelle loro canzoni c’è il folk, voluto, non voluto non lo so, ma quando c’è è sempre una cosa bella.
Lo ascolti qui: https://open.spotify.com/album/3yHF1lIYRFWAVk4HpBeGWl

Tommy in Salmon


DISCO DEL MESE: “Scudetto” Galeffi

 

 

 

“Mai i tuoi occhi vedranno cosa più grande di Roma”. Almeno questo scriveva Orazio Flacco Quinto. Poeta, maestro di vita. Elegante ed ironico. Tutto quello che ritrovo nell’album di GALEFFI. Dieci tracce, per e del quotidiano. Ascolto dopo ascolto, si sente tanto della nostra storia legata al cantautorato. Tanti richiami, sia stilistici che musicali. Un ascolto immediato, e forse proprio per questa immediatezza c’è bisogno di dare più attenzione a tutto il lavoro. Semplice ma non semplicistico, immediato ma non banale.

Scopriamo e riscopriamo con GALEFFI, il pop, le ballate, la voglia di riviera, la costiera amalfitana e quello che di buono si può prendere dalla scena indie attuale.

È un disco veloce, con melodie caldi, avvolgenti, arioso. Assolutamente godibile, uno spaccato di una società che forse non c’è più o è radicata solo in alcuni. Un linguaggio universale, ma molto elegante, per rifarmi con un colpo di culo alla mia prefazione di Flacco. Un disco per tutte le stagioni, come le vitamine. Riflessivo, introspettivo e futuristico per la voglia di riportare il bello della nostra vita.
GALEFFI è un grandissimo esteta, più di quello che vuole farci vedere. Un romantico poeta. Va ascoltato con grande attenzione. Le parole sono importanti e se il bello salverà il mondo, lo farà anche nella scrittura. Lo farà con l’aiuto di GALEFFI e con il vostro attento ascolto.

• Occhiaie
• Polistirolo
• Tazza Di Te
• Potter / Pedalò
• Quasi
• Camilla
• Puzzle
• Pensione
• Burattino
• Tottigol

Tommy in Salmon


DISCO DEL MESE: Izzy Bizu - A Moment of Madness

 
È passato un anno da quando è uscito “A Moment of Madness”. Mai come in questo periodo della mia vita, volevo ascoltare qualcosa di raffinato, delicato, tristemente felice o felicemente malinconico. Questo è l’album perfetto per il mio tempo, per questo tempo e per questi momenti. Questo magari non sarà rapportabile a voi. Francamente poco importa, anche perché scrivo io e voi leggete, quindi anche bene non avreste la possibilità di fare la stessa cosa.

È un album bello. Quando intendo bello, non mi riferisco minimamente all’aspetto estetico della cantante (lei è bellissima, ma è soprattutto bravissima). Anche perché la bellezza dell’aspetto esteriore è come la carta da regalo il giorno di natale. Può essere magnifico il contenitore, ma se nel contenuto non c’è quello che desideravi, te ne fai davvero poco e la butti via. Qui c’è così tanto contenuto che potrebbe non esistere il contenitore. Un album veloce, diretto, immediato e delicatissimo. Una ballata come “White Tiger”, piano voce e drum-line scarna e diretta, ti prende, ti porta direttamente davanti ad una finestra di un grattacielo in America e ti riempie il cuore, facendoti ricordare l’appuntamento incredibile che ti è appena capitato, con la ragazza che da un mese vedevi alla fermata.

C’è tanta gioia, distacco ed allegria. Si percepisce il tutto in “Give me Love”, uno dei primi singoli che anticiparono l’uscita dell’album. “Izzy” ha origini Etiopi ed una passione smisurata per Bettye Swann, James Brown. All’interno dei suoi lavori, si trova un bellissimo mix tra soul, funk e jazz. C’è poco da aggiungere, quando BBC Introducing ti sceglie per farti esibire a Glastonbury no?.

Arriverà a pieno titolo anche nel nostro paese. Con calma, con la stessa calma con la quale io l’ho scelta un anno dopo come disco del mese.

Tommy in Salmon

Tracklist:
1 Diamond 3:48
2 White Tiger 3:30
3 Skinny 3:56
4 Naive Soul 4:01
5 Give Me Love 3:16
6 Adam & Eve 3:15
7 Gorgeous 3:24
8 Lost Paradise 4:06
9 Glorious 3:34
10 What Makes You Happy 3:33
11 Mad Behaviour 4:40
12 Circles 4:14
13 I Know 4:10
14 Fly With Your Eyes Closed 3:45
15 Hello Crazy 3:27
16 Someone That Loves You 4:04
17 Trees & Fire 2:54


Disco del mese - Carl Brave x Franco 126 POLAROID

Quando esce un nuovo disco, solitamente non mi assale la “fotta” di ascoltarlo immediatamente. La fretta è nemica dell’amore, ricordatevelo sempre. Puntualmente, anche per “POLAROID”, primo lavoro sfornato dalla collaborazione di Carlo Luigi Coraggio e Franco Bertolini, è andata esattamente così. Ho aspettato che il loro “hype” fosse compiuto con precisione maniacale. La comparsa dei primi video su “youtube”, il primo magro interesse, l’aumento, la condivisione di “influencer” musicali sulle loro bacheche ed i primi concerti. Mi piace guardare come qualcosa evolve, senza dover immediatamente consumare quello che mi viene proposto. Può risultare vecchio, solamente se ti lasci condizionare dal mercato. Se sai gestire il tuo tempo, allora non c’è mai un momento obbligatorio per ascoltare qualcosa.

Uscito il 5 maggio, andato esaurito in tiratura limitata per Bomba Dischi, riproposto nella metà di giugno, “POLAROID” è diventato un disco cardine della nostra estate Italiana. Un mix quasi proporzionato tra indie, pop e rap italiano. Linee di “drum” che ricordano piacevolmente i suoni “trap” del momento, che poi, un giorno vi parlerò della “trap” e capirete che c'entra davvero poco con quello che vi vogliono propinare da un anno a questa parte, ma questa è una storia diversa. Detto questo, con quella giusta presunzione che mi appartiene, passiamo a capire meglio questo disco.

Sono esattamente polaroid, o meglio sono esattamente istanti di vita vissuta che ci appartengono. Traccia dopo traccia, tra le vie della propria città, con assoluto disincanto ed ironia il duo descrive il quotidiano con sagacia ed intelligenza. Non risultano mai troppo ricercati e nemmeno troppo banali sia per le stesure che per le melodie. Come sempre, dobbiamo discostarci da chi pensa che tutto sia lasciato al caso. Cosa ho apprezzato di loro nel mio personale “track by track”? Sicuramente la cura per i dettagli e la loro capacità di incastrarci dentro un intero ricordo. Tutto con assoluta leggerezza, che non vuol dire però menefreghismo, anzi. Non credo che esista nulla di più complesso della semplicità, per lo meno quando si vuole ricordare qualcosa in maniera personale.

Un prodotto romano? No, un prodotto Italiano, uno spaccato della società, pieno di ricordi, richiami e mescolanze. Un disco che scorre veloce, forse troppo, ma è meglio così. Non abbiamo bisogno di nulla di troppo complicato o ricercato. Abbiamo bisogno che la bella musica si diffonda con rapidità e vada a coprire quello che non ci piace.
Vi consiglio l’ascolto, vi consiglio di non guardare in ogni caso al passato, perché tanto ci siete già stati.

Tommy in Salmon

TRACKLIST:
01. Solo Guai
02. Sempre In Due
03. Polaroid
04. Lucky Strike
05. Enjoy
06. Tararì Tararà
07. Per Favore
08. Noccioline
09. Alla Tua
10. Pellaria


Disco del mese - Clap!Clap! - A Thousand Skies (LE SONORITA’ DEL MONDO)

 

(La giusta dose di musica a tranci da conservare durante il mese) 
Sarà che in tempi di crisi c’è bisogno di mettere da parte più cose possibili, per questo e per altri mille motivi futili, vi consigliamo un disco ogni mese da stivare con cura vicino alle conserve della nonna!

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Oggi vi descrivo, il nuovo album, di uno dei pochi artisti Italiani che mi rende fiero di essere nato in questo paese. Non che questa informazioni vi possa interessare più di tanto, ma fino a prova contraria scrivo quello che mi va di scrivere.
Da una buona parte del clubbing Italiano è conosciuto come “DIGI G’ALESSIO”, oppure come “BRUNO VESTAX, BRUCIO BATTISTI, WOJTYLA SUNRISE”. Con qualsiasi nome voi lo conosciate, oppure no, lui è Cristiano Cristi e da qualche anno porta avanti un progetto bellissimo che si chiama “Clap!Clap!” . A dover di cronaca, o semplicemente per regalarvi informazioni che tanto da soli non avreste mai capito, questo progetto parte con uno degli ultimi lavori rilasciati sulla label “LUCKYBEARD” di “PHRA (Crookers)”. Il primo vero cambio di sonorità lo si è notato con “IVORY - EP”. Un ep passato sottotraccia, perchè in quel momento anticipava tante sonorità, troppe per tutti noi. Non erano di certo produzioni che si aspettavano da lui in quel preciso contesto storico. Ma Cristiano, ci ha sempre abituato ad essere troppo veloce per tutti noi e per il mercato Italiano. Ha fatto la trap e la bass ancora prima che “Hudson Mohawke” arrivasse nel nostro soundcloud. Ha anticipato la ghetto techno, il future pop, qualsiasi cosa vi venga in mente, lui l’ha fatta prima di tutti e prima di tutti si è stancato. La sua definitiva consacrazione, perchè senza una dannata consacrazione non si arriva da nessuna parte, è stato l’album “Tayi Bebba” per la stessa label “Black Acre” per la quale ha rilasciato anche “A Thousand Skies”.

Se il nome di questa label non vi dice nulla, allora cari ragazzi, vi consiglio di smettere di leggere, e digitare il sito “Amici” per dedicarvi a qualcosa che vi appartiene realmente. Cristiano ha fatto tanta strada, senza mai staccarsi dalla terra e dalla natura. Sempre legato morbosamente al contesto che lo circonda, nel suo percorso artistico, con la stessa semplicità con la quale “Curry” scartella da tre in “NBA”, ha saputo coglierne tutti i frutti. Amante del campionamento, delle linee di drum spezzate, ricercatore metodico di suoni e perfezionista, Cristiano è sempre stato anticipatore di sonorità senza mai dimenticare le sue origini. Da “IVORY” a “A Thousand Skies”, c’è una linea sottile che viene mantenuta, migliorata ed ampliata. Da Firenze ai remoti luoghi dell’Africa, passando dalla Sardegna e mettendoci dentro anche qualche goccia di Sesto San Giovanni. L’album scorre veloce, è facile perdersi al suo interno. Vi consiglio di ascoltarlo più e più volte. La passione di accurate stesure come in “Ar-Raquis”, la sua follia più pura presente in “Nguwe” fino a sonorità più “warpiane” presenti in “Witch Interlude”. Un lavoro complesso ma allo stesso tempo lineare. Il produttore Fiorentino sa sorprenderci, mettendosi sempre in gioco con tanta autoironia ed estrema professionalità.

Auguriamo una lunga vita artistica a chi di gavetta ne ha fatta davvero tanta. E’ partito dal basso con fatica, giorno dopo giorno ha saputo infondere l’amore verso la musica ed il mondo in ogni sua produzione. Che sia per passione, per ozio o per meritato interesse, il progetto “Clap!Clap!” va ascoltato e sostenuto. In un mercato musicale chiuso da limiti e standard, la follia diventa l’unica soluzione per produrre qualcosa di davvero innovativo.
Senza sapere il suo prossimo nome, senza legarci troppo al suo passato artistico, Cristiano saprà sicuramente portare la nostra mente in giro per il mondo, solamente schiacciando play.
Vi consiglio di smettere di perdere i vostri soldi in inutili aperitivi infra settimanali per recarvi ad un suo live solista o con band in queste prossime date:

21/07 MusicalZoo, BRESCIA (IT)
30/07 Live Band \ WOMAD Festival, WILTSHIRE (UK)
05/08 Mish Mash Festival, MILAZZO (IT)
08/08 Farm Festival, CASTELLANA GROTTE (IT)
11/08 Le Printemps De Bourges, BOURGES (FR)
15.08 Live Band \ Musikfestwochen, WINTERTHUR (CH)
18.08 LOWLANDS Festival, BIDDINGHUIZEN (NL)
25.08 Bussey Building, LONDON (UK)
27.08 SHAMBALA Festival, NORTHAMPTONSHIRE (UK)
31.08 Live Band \ Home Festival, TREVISO (IT)
22.09 La Niut Tropique, UTRECHT (NL)
23.09 Koninklijke, DEN HAAG (NL)

Tommy in Salmon 

 

 


Disco del mese: Colombre - Pulviscolo

 

(La giusta dose di musica a tranci da conservare durante il mese)
Sarà che in tempi di crisi c’è bisogno di mettere da parte più cose possibili, per questo e per altri mille motivi futili, vi consigliamo un disco ogni mese da stivare con cura vicino alle conserve della nonna!


Appesantito dal pranzo pasquale e dai relativi impegni alla griglia, ho deciso si smaltire il tutto ascoltando accuratamente il disco di “COLOMBRE”. Non so se sia stata l’assonanza con questo periodo di festeggiamenti o semplicemente perché le mie orecchie volevano aprire il mese di aprile, con raffinatezza e delicatezza, ma “PULVISCOLO” era la somma esatta dei miei stati di necessità.

Farvi delle domande mi impaurisce sempre molto, domandarvi se avete mai letto qualcosa di Dino Buzzati ancora di più. Perché questa boutade? Perché sicuramente è da circa dieci minuti che state cercando di capire il significato di “COLOMBRE”. Se aveste letto Buzzati, intendo nei ritagli di tempo del giovedì, quando in “frinzi” così attenti a sfogliare la copia di Vanity Fair avete dato il via al vostro percorso di studi, sapreste che “Il Colombre” è il titolo di un suo romanzo.

Dopo questa breve infarinatura, sicuramente non spinta dalla mia voglia di informarvi, ma semplicemente per raggiungere il numero minimo di battute di questo articolo, “COLOMBRE”, al secolo Giovanni Imparato, dopo varie e durature collaborazione come quella con “Maria Antonietta”, ha deciso di giocare da solo. Ha fatto bene? Assolutamente si!. L’album, composto da 8 tracce, impreziosito dalla numero 3 “Blatte” che vede il “feat” di “IOSONOUNCANE” è veloce, scorrevole ed immediato. “COLOMBRE” è uno scrittore raffinatissimo, noir, ironico.

Descrive racconti, momenti, il cambiamento del tempo e dei rapporti con una semplicità ed una freschezza che mancavano alla scena attuale. Delicatamente sfacciato e generoso di sonorità e richiami. Il “track by track” mi proietta in piena estate, su qualche statale da Montecarlo a Cannes. Al suo interno troviamo la fine dei 70’s, l’inizio degli 80’s, la spensieratezza dei 90’s e tutto quello che serve dell’attuale.

Ascoltare questo disco non richiede impegno, come circa il 90% delle cose che fate da soli, ma se lo si vuole comprendere e coglierne gli aspetti più belli dovete prestare davvero tanta attenzione. Al primo ascolto saranno le sonorità, al secondo e terzo inizierete a capire le parole, con qualche ascolto in più a comprenderne bene i testi.

Vale la pena comprarlo, usarlo, citarlo, custodirlo. Non ha tempo, voi si.

Tommy in Salmon

 

COLOMBRE – "PULVISCOLO" – Tracklist

01. Pulviscolo

02. Fuoritempo

03. Blatte

04. T.S.O.

05. Dimmi tu

06. Sveglia

07. Bugiardo

08. Deserto