Sentirsi Altrove

Di: Aurora Lezzi

Photo Credits: Alberto De Paris

Caro Altrove,

Quanto è difficile cambiare la propria vita, la propria quotidianità?

Se pensi sia complicato farlo nell’arco di qualche tempo, prova a immaginare a una svolta di questo calibro che avviene nel giro di un mese.

Questo è quel che è accaduto a me: agli inizi di Settembre non l’avrei mai creduto, poi la mia vita è stata catapultata da Lecce a Verona senza che me ne accorgessi.

“Grande, sono entrata in magistrale”. E adesso? Lascia tutto quanto, fai le valigie, saluta tutti i tuoi amici, i tuoi posti, la tua famiglia.

Il 27 Settembre ero già in una casa nuova e non conoscevo minimamente questa nuova città.

Fortunatamente, nonostante il minimo senso dell’orientamento, grazie ad un amico che era già qui, ho iniziato a scoprire ogni angolo di questo posto.

Cercavo di capire dove si va il sabato sera, quali sono i locali più frequentati, quelli dove trovi gente della tua età, quelli dove invece ti potresti annoiare. E cosa si potrebbe fare a metà settimana, in una città dalla vita frenetica dove tutti vanno a dormire presto?

La frase che ha cambiato il mio giovedì sera è stata: “Ti va di venire all’Altrove? Si suona, si chiacchiera, ci prendiamo una birra”.

Da musicista che si rispetti, il mio amico mi ha trascinata nel suo covo con i suoi modi di fare altamente persuasivi. Lui sa perfettamente che non sono fatta per i locali, per la vita sociale, ma ci ha provato comunque, perché sa anche quanto mi piaccia la musica e vedere la gente suonare. Non lo ringrazierò mai abbastanza.

Da allora, tu non sei più stato soltanto un bar, sei diventato ciò che avrei voluto trovare una volta cambiata la mia vita da zero a cento, proprio come quello che ero abituata ad avere a Lecce: un luogo di ritrovo, un punto di riferimento dove conoscere gente nuova e che, per quel che si può, la sera fa staccare la spina per qualche ora.

Per noi giovani è quasi sempre comune ed elettrizzante voler cambiare aria, andare a vivere da soli ed essere indipendenti, ma la verità è che avremo sempre qualcosa che ci manca andando via.

Dunque, questo è stato il mio “Altrove-Effect”: l’arrivo del giovedì significava l’inizio del weekend, la pausa al centro di una settimana intensa di studio e di lezioni.

Il fatto che da te si conoscessero tutti per me è stato come riconoscere un qualcosa che un po’ somigliava alla mia comitiva di amici di sempre: mi sono accorta sempre più di come fosse ogni volta una grande festa, anche se magari la giornata era andata storta.

Quindi, con il passare delle settimane, ho iniziato a credere che come tu stessi diventando per me una piacevole certezza, forse lo eri anche per gli altri.

Sono sempre stata una silenziosa osservatrice più che una conversatrice; ho quindi iniziato a studiare tutto ciò che mi circondava: l’euforico presentatore e organizzatore, Andrea, mi ha colpita immediatamente con il suo modo di fare. Non ti conosce minimamente? Perfetto, da quel momento sei suo amico e ti fa sentire a casa, cercando di coinvolgerti in tutti i modi: è inutile, non hai via di scampo. Si vede che ci mette il cuore.

Girava tra i tavoli come un criceto sulla ruota: “Questo pezzo me lo fai tu?”, “Ma tu questa la sai?”, “Daje che poi tocca a te, mi serve il basso”.

Chiunque può andare in fondo alla tua sala, ovvero il palco, e divertirsi: da solo, in compagnia, trovando un musicista a caso che sappia accompagnarlo, stonando, urlando, con la band, in duetto. Che importa? L’importante è che tu ti stia divertendo.

Questo è (credo) il genere di posti che un fuori-sede ha bisogno di frequentare: che ti piaccia la musica o no, il concept è lo stesso: sentirsi a casa.

La mia è stata presso te, in via Guglielmo Marconi 4.

 

Sinceramente tua, Aurora

 

 

 

 

 

 

 

 

 


Anche il calcio è un gioco: Costacurta e Cattaneo al Tocatì

Ieri pomeriggio si è tenuta la seconda delle Narrazioni del Tocatì, con Billy Costacurta e Marco Cattaneo, in un dialogo con lo scrittore Pierdomenico Baccalario. Eravamo alla Biblioteca Civica di Verona e gran parte della sala era occupata da bambini, per lo più calciatori e calciatrici di alcune note squadre veronesi. Non sorprende che il tono e l’umorismo si sia prestato molto ad un pubblico così giovane: Costacurta e Cattaneo, infatti, sono autori di un libro per bambini, “Zio billy, il calcio e lo scolapasta”, in cui il protagonista ha il superpotere di snocciolare curiosi aneddoti calcistici a partire da una parola qualsiasi.

Ed è proprio così che si sono susseguite le storie di Messi, Sacchi e altri ancora: col pretesto. Tra una battuta e l'altra il calciatore e il giornalista hanno saputo raccontare storie diverse. Ad esempio, quella di Ibrahimović, che da giovane arrivò a rubare la bici del postino pur di andare agli allenamenti, o la fortuna di Foulke, che nonostante i suoi 150 kg, riuscì a trovare il modo di entrare nella nazionale inglese. Anche i tre relatori, a loro volta, sono riusciti a trovare un pretesto per andare oltre la semplice narrazione. In questo modo, molti bambini hanno partecipato attivamente alla riuscita dell’evento, chi palleggiando con Costacurta, chi interagendo con Cattaneo.

Può forse sorprendere che tra tutti i giochi e gli sport tradizionali del Festival si sia scelto proprio il calcio, considerato spesso e volentieri uno sport accecato da logiche di mercato. Ma ciò di cui si parlava ieri era un calcio che si è messo finalmente a ridere. Costacurta, addirittura, è arrivato a scherzare del proprio rigore sbagliato alla finale della coppa intercontinentale del 2003, mostrando un’autoironia spesso assente nel mondo dell'agonismo.

Anche noi salmoni siamo rimasti sorpresi da quello che stava succedendo: si stava giocando in biblioteca. Tuttavia, non stavamo affatto assistendo ad una carnevalesca sovversione delle istituzioni. Come più volte ha ricordato Giuseppe Giacon, organizzatore del Festival, il gioco è parte integrante di ogni cultura. Questo è il motivo per cui la Biblioteca Civica ha ospitato un evento simile, ma è anche il presupposto dell’apertura di un’intera città ad un numero notevole di giochi, spettacoli, proiezioni, conferenze e molto altro che avranno luogo nei prossimi giorni.

Per concludere, vorremmo che anche questo articolo possa essere una sorta di pretesto per trovarci insieme al Festival. Ad attenderci ci sono tre giornate piene di Tocatì e non accade molto spesso di vedere Verona giocare tutta insieme.


Torna la lista Salmon per il Teatro Ristori

Torna la leggendaria "lista Salmon", per andare al Ristori a godersi di spettacoli incredibili a prezzi bassissimi: jazz spettacolare, danza da farvi cadere i bulbi degli occhi, concerti di classica e barocca in grado di rendervi aristocratici in due sedute e prosa così potente che farete a pezzi l'abbonamento a Netflix. 

E molto altro ovviamente!


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