Giorgio Fasol è il miglior collezionista mecenate del 2019 secondo Art Tribune

Grazie Giorgio!

Giorgio Fasol è il miglior collezionista mecenate del 2019 secondo Art Tribune

Contemporanee / Contemporanei, progetto espositivo a cura di Denis Isaia

Se parliamo di arte contemporanea e dobbiamo fare un bilancio di questo 2019 che abbiamo appena salutato, possiamo affermare che l’arte di oggi ci da molti motivi per essere orgogliosi del nostro bel Paese

Vasto è l’argomento e molti sono i “best of” dell’anno trascorso: dagli italianissimi Montagna, Moccia (che Verona ha conosciuto bene a Spazio Cordis) e Reverie che sperimentano diversi mezzi espressivi; passando per i grandi artisti affermati internazionali come Jafa in grado di raccontare tematiche scottanti e attualissime come il razzismo e la cultura black. Non manca un plauso alla miglior fotografa Giovanna Silva, perché sí, la fotografia resta un mezzo fondamentale per raccontare questo nostro mondo, fatto ancora di troppe violenze e guerre. Ci sono poi i luoghi dove l’arte vive e viene raccontata, con al primo posto il Maxxi di Roma, mentre La Biennale si conferma come miglior evento dell’anno. 

Ma senza troppi indugi, diciamo che la notizia che ci fa davvero essere fieri e orgogliosi è la nomina del nostro amato ed inarrestabile Giorgio Fasol come migliore collezionista mecenate da parte di Art Tribune. Classe 1938, ha dedicato tutta la sua vita all’amore sincero per l’arte contemporanea con una particolare attenzione ai giovani artisti. Negli anni ha collezionato, scoperto, finanziato, incentivato, stimolato e infine donato una ricca parte della sua collezione all’università della nostra città, un gesto generoso e di grande fiducia nelle nuove generazioni. Questo è anche un gesto di grande responsabilità per chi dà e soprattutto per chi riceve, infatti sono gli studenti a diventare finalmente protagonisti del loro tempo, nell’idea semplice e al contempo complessa di rendere l’arte contemporanea davvero attuale, facendola vivere negli spazi della quotidianità. 

Un progetto ambizioso quello di Contemporanee/i che vede Fasol come una figura nuova e differente da qualsiasi altro collezionista; un uomo che crede nell’Arte e crede nei giovani, quegli stessi giovani che molto spesso non riescono per primi a credere in loro stessi e nel mondo in cui si trovano a vivere e ad affrontare. 

Quindi da parte di tutta Verona, di tutta Italia, di tutti noi giovani: Grazie Giorgio!

Andrea Francolino - Performance of a Plant - 2013-15, variable measures fragment of art work and spontaneous plant, Collezione AGI - Verona

Lista Salmon: I Virtuosi Italiani al Teatro Ristori

Torna la Lista Salmon!

Per questo 2020 vi portiamo al Teatro Ristori per la stagione Concertistica de I Virtuosi Italiani.

Un programma fatto di musica classica imperdibile e decisamente per tutti. Vi piace la musica classica? Tuffatevi! Non sapete nulla? Ecco l'occasione perfetta per scoprire e appassionarsi.


Tu la conosci "la bella radio di una volta"?

“Una radio di giovani, fatta per vecchi”. Così, non senza una certa ironia, si definiscono i ragazzi de La Bella Radio di una Volta, che recentemente ha dato il via a un nuovo progetto, “Approfondimento lento”. Sparsi nella provincia di Verona, i “butei” della Bella Radio si riuniscono ogni giovedì, per raccontarci di artisti e canzoni caduti nel dimenticatoio, approfondendo anche pezzi noti. Ogni appuntamento è un’occasione per riscoprire delle tappe nella storia della musica meno conosciute, dall’Italian Beat al primo rock demenziale. Ad arricchire il tutto, il ritmo coinvolgente dei migliori Disc Jockey della Bassa veronese.
Ogni Giovedì, ore 21.


STASERA AL KROEN SI FESTEGGIANO 15 ANNI DI RAP CON ZAMPA

Questa sera al Kroen festeggeremo assieme a Zampa i quindici anni dall’uscita dell’album Lupo Solitario. Come? Con una serata hip-hop che riunirà un sacco di artisti e amici, veronesi e non, e con la distribuzione di 500 copie del vinile di quel disco uscito nel 2004.

Proverò brevemente a spiegarvi perché quello di stasera potrebbe essere un immancabile evento storico, per voi, per Zampa, per la nostra città e per la musica.

Ho sentito Ale (Alessandro Zampini) qualche giorno fa su Skype per farmi dire due parole sull’evento e subito, subito, mi è stata chiara una cosa: il suo desiderio più grande è che l’evento non risulti una festa celebrativa della sua persona o del suo disco. Stasera al Kroen ci ritroveremo per celebrare quindici anni di musica rap a Verona: amicizie, strade che si incrociano, persone che si incontrano e poi si allontanano tra le vicissitudini della vita di ognuno. 

Insomma: se sei stato un rapper o hai ascoltato rap negli ultimi vent’anni, stasera, al Kroen, dovresti esserci. Dovresti esserci per bere birrette ascoltando buona musica, ma anche per guardarti indietro e vedere cos’è stato, chi eri quando è uscito quel disco e chi sei ora.

Io ricordo, ricordo bene, quando ho scaricato da eMule Lupo Solitario, nel 2004 (scusa Zampa, stasera comprerò il vinile). Il rap italiano era in un momento abbastanza oscuro, dopo gli anni ‘90 con Neffa, gli Articolo 31, i Sottotono, i Colle der Fomento - e altre pietre miliari che orbitavano attorno agli ambienti dei centri sociali - ci sono stati alcuni anni in cui era difficile riconoscere una vera scuola italiana, dove tutto sembrava non poter esplodere di nuovo, l’apice sembrava essere ormai passato. 

In questo clima quasi silenzioso ecco uscire nell’arco di alcuni anni artisti e album che sono diventati dei classici a tutti gli effetti: da Classe ‘73 di Bassi Maestro nel 2003 a MiFist dei Club Dogo, da 60hz di DjShocca a, appunto, Lupo Solitario di Zampa - anche se l’elenco potrebbe continuare.

Da lì ai successivi anni, dal 2006 al 2010 l’hip-hop è lentamente esploso e ora è il genere più ascoltato in tutte le classifiche, mondiali e italiane.

Ma nel 2004 era diverso. Nel 2004 ancora se ascoltavi hip-hop ti prendevano in giro, o come minimo ti guardavo storto. Nel 2004 eravamo ancora in pochi ad ascoltarlo - non avevamo Instagram, tutto passava dai forum, dal Vibra a Verona e dai contatti diretti con gli amici. 

Quel giorno, ricordo bene, ho scaricato The Blueprint di Jay-Z e Lupo Solitario di Zampa… mi era piaciuto di più Lupo Solitario. Il disco è scritto di getto, rabbioso, e di un potente ma solenne istinto animale, ma per darvi un’idea dell’entità del progetto vi basti sapere che quando giravo per l’Italia e dicevo che ero di Verona, abbattuti i primi luoghi comuni, mi si chiedeva spesso se conoscessi Zampa.

La storia del rap italiano sapete tutti com’è andata, la storia di Zampa è come quella di tutti noi. Ha fatto altri album, bellissimi, ha viaggiato molto, ha sperimentato e non ha mai smesso di dedicarsi anima, corpo e istinto alla musica assieme a tutti i butei. 

L’evento di stasera sigla un momento importante in un pezzo di storia di tutti noi, ci parla di quando eravamo ragazzetti che scaricavano la musica da eMule ascoltando quei dischi a ripetizione fino ad ora, che siamo grandi, e stampiamo il vinile di quel disco, perché siamo diventati persone serie.

L’evento di stasera, poi, è una festa per la città. Un grande gruppo di amici che si riunisce dopo tanto tempo, dagli artisti veronesi (e non solo) che saranno sul palco a Tannen Records (con Mother Tongue) che ha stampato il disco, al Kroen che ospita una serata pazzesca come questa.

Come ricordiamo noi Salmoni, a Verona non c’è proprio un ca**o da fare! 


Verona Contemporanea: tempo di grandi nomi e nuovi emergenti

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by Giulia Costa – Urbs Picta

Verona nemmeno al termine dell’anno ci delude, si fa sempre più Contemporanea!

Oltre ad esposizioni e mostre di artisti noti e storicizzati come Nitsch, Chagall e Zinelli,  avrete occasione di vedere le ricerche più meritevoli di giovani artisti dell’Accademia di Belle Arti di Verona in spazi espositivi e gallerie del territorio.  

Il progetto in questione è FIRST STEP, un premio espositivo e formativo promosso dall'Accademia di Belle Arti di Verona in collaborazione con gallerie, musei, fiere e spazi d'arte no profit italiani e internazionali che sostiene i giovani artisti e offre loro opportunità di crescita professionale, grazie all'organizzazione di mostre collettive e personali, premi di produzione e di formazione.

Sono ormai giunti alla decima edizione con l’obiettivo di presentare al pubblico le opere degli artisti dell’Accademia in un contesto espositivo diffuso nelle gallerie della città di Verona, Brescia e Trento. Fin dalla prima edizione, First Step rappresenta il primo passo nel mondo dell’arte per molti degli studenti coinvolti, invitati a confrontarsi con le dinamiche e gli attori del principale sistema professionale del loro futuro. 

Novità di questa edizione è inoltre il coinvolgimento degli studenti della Laurea Magistrale Interateneo in Arte delle Università di Verona e Trento che, grazie a un workshop intensivo per curatori tenuto da Jessica Bianchera che intercetta il progetto First Step nella sua fase espositiva, affiancano con il proprio supporto curatoriale le mostre degli studenti dell’Accademia.

Lo scopo di questo articolato programma, ideato dall’Accademia con una solida rete di partner è realizzare una manifestazione diffusa sul territorio, che celebri gli studenti e i linguaggi delle arti a tutti i livelli e che possa trasformarsi in un incontro, dove la formazione abbraccia il sistema dell’arte, la città, i suoi artisti, il pubblico la ricerca.  

Di seguito il ricco programma delle mostre concluse, in corso e in programma: 

Agnese De Pedrini 

Fonderia 20.9

Via 20 settembre 67/A, Verona 

15– 24 novembre 2019

Supporto curatoriale Angelica Rivetti 

Inaugurazione venerdì 15 novembre ore 19.30

Lorenzo Favaron e Marco Chemello 

A+B gallery

Via Gabriele Rosa 20/a, Brescia

Supporto curatoriale Veronica Pasetto, Marianna Perazzoli, Elisa Perina

27 – 30 novembre 2019

Talk con gli artisti sabato 30 novembre ore 11.00

Benedetta Cammarota 

Fuori Le Mura

Via Fracastoro 15 Verona

Supporto curatoriale Sabrina Modenese

29 novembre - 20 dicembre

Inaugurazione venerdì 29 novembre ore 18.30

Sofia Borelli 

Artericambi Gallery

Via Leida 6/A Verona

Supporto curatoriale Cinzia Bresciani

30 novembre – 15 dicembre 2019

Inaugurazione sabato 30 novembre ore 16.00

Chiara Ventura 

Spazio Cordis

Via Andrea Doria, 21/A Verona

Supporto curatoriale Silvia Concari

6 - 14 dicembre 2019

Inaugurazione venerdì 6 dicembre ore 19.00

Ehsan Shayegh

La Giarinaartecontemporanea

Interrato dell'Acqua Morta, 82 Verona

Supporto curatoriale Marta Filippini

7 - 18 dicembre 2019

Inaugurazione sabato 7 dicembre ore 18.30

Marco Berton e Anna Ulivi  

Boccanera Gallery

Via Alto Adige, 176, Trento

Supporto curatoriale Luca Frildini, Sara Maffei, Carlotta Manzotti 

14 dicembre 2019 – 4 gennaio 2020

Inaugurazione sabato 14 dicembre ore 11.30

Qui invece le mostre in corso presso alcune gallerie e palazzi in centro a Verona:

HERMANN NITSCH

BEFORE AND BEYOND

25 novembre 2019 – 31 gennaio 2020

Galleria Boxart

Stazione della croce, Hermann Nitsch, 2009, tecnica mista e collage su tela, 200 x 150 cm

In mostra alla galleria Boxart, una trentina di opere di Hermann Nitsch (Vienna, 1938), tra cui quindici inediti, oltre al restante nucleo di lavori museali rientrati di recente da Palazzo Ducale di Mantova.

Da questa commistione di opere storiche e recenti nasce il titolo della rassegna: Before and Beyond (Prima e Oltre) con riferimento al valore dell’opera del maestro dell’Azionismo Viennese nella storia dell’arte e alla sua eredità futura.

Quello che non ho venduto

50 anni. Una Storia.

7 dicembre 2019 – 15 febbraio 2020

Studio la Città

a cura di Marco Meneguzzo

Studio la Città che compie 50 anni e festeggia il traguardo raggiunto con un’importante mostra, sunto delle tappe più significative percorse  dalla galleria dagli esordi a oggi.

Quello che non ho venduto…, è un’esposizione curata da Marco Meneguzzo che mette assieme un’eterogenea selezione di opere di Stuart Arends, Pier Paolo Calzolari, Vincenzo Castella, Lucio Fontana, Jacob Hashimoto, Emil Lukas, David Simpson, Ettore Spalletti, solo per citarne alcuni.

Carlo Zinelli. Visione continua e Omaggio a Mirko Basaldella

12 ottobre 2019 - 12 gennaio 2020

Palazzo Pellegrini

Le sale dello storico Palazzo Pellegrini, Via Achille Forti 3/A, Verona, sede istituzionale di Fondazione Cariverona, ospitano due mostre, a cura di Luca Massimo Barbero, pensate per restituire al pubblico preziosi nuclei di opere di due autori straordinari, provenienti dalla collezione di Fondazione Cariverona: Carlo Zinelli (San Giovanni Lupatoto, 1916 – Chievo,1974) e Mirko Basaldella (Udine, 1910 – Cambridge, 1969).

Entrambe saranno visitabili tutti i sabati e le domeniche, dalle ore 11 alle 19.

IL TEMPO DI GIACOMETTI. DA CHAGALL A KANDINSKY.

CAPOLAVORI DALLA FONDAZIONE MAEGHT

16 novembre 2019 - 5 aprile 2020

Palazzo della Gran Guardia

A cura di Marco Goldin

Wassily Kandinsky, Noeud rouge, 1936
olio sutela, cm 89 x 116
Saint-Paul-de-Vence, Fondation Marguerite et AiméMaeght
© Claude Germain - Archives FondationMaeght (Francia) 

Il Comune di Verona e Linea d’ombra, assieme alla Fondazione Marguerite e AiméMaeght, portano a Verona, nel Palazzo della Gran Guardia, la grande mostra curata da Marco Goldin, ll tempo di Giacometti da Chagall a Kandinsky. Capolavori dalla Fondazione Maeght con un centinaio di opere tra sculture, dipinti e disegni, nel terreno del più alto Novecento internazionale, avendo Parigi quale centro. Una vera e propria monografica dedicata ad Alberto Giacometti, con oltre settanta opere, unitamente ad altri artisti che gravitavano nella Parigi degli anni tra le due guerre ma anche nel decennio successivo, da Kandinsky a Braque, da Chagall a Miró, con un’ulteriore ventina di dipinti celebri, spesso di grande formato.

CARLO SCARPA. VETRI E DISEGNI. 1925-1931

23 Novembre 2019 - 29 Marzo 2121

Museo di Castelvecchio

A cura di Marino Barovier con Alba Di Lieto e Ketty Bertolaso

La mostra Carlo Scarpa. Vetri e Disegni. 1925-1931 al Museo di Castelvecchio è dedicata al celebre architetto veneziano e alla produzione della vetreria M.V.M. Cappellin& C. L’esposizione nasce dalla collaborazione con Le Stanze Del Vetro e PentagramStiftung ed è a cura di Marino Barovier, tra i più reputati esperti dell’arte vetraria muranese, insieme ad Alba Di Lieto e Ketty Bertolaso della Direzione dei Civici Musei del Comune di Verona.

“Un’interessante opportunità – spiega l’assessore alla Cultura Francesca Briani –, per vedere alcune delle più importanti realizzazioni della produzione vetraria del giovane Carlo Scarpa, al tempo designer e futuro promettente architetto, studente dell’Accademia di Belle Arti di Venezia. Inoltre, l’esposizione permette di valorizzare l’attività dell’Archivio digitale Carlo Scarpa, di cui il museo di Castelvecchio è custode, offrendo allo stesso tempo la possibilità di ammirare opere di design di altissimo livello. Le creazioni prodotte da Scarpa dal 1925, infatti, aprirono la vetreria Cappellini alla modernità e alla fama internazionale”.


VI SONO PIÙ COSE A VERONA SUD DI QUANTE NE POSSA SOGNARE LA TUA FILOSOFIA

DI SALMON DE
BEAUVOIR

È ARDUO COMINCIARE L’ANNO SCOLASTICO CON L’ONERE DI SMENTIRE IL GRANDE WILLIAM (ndr, SHAKESPEARE, per chiarezza, non WINDSOR) CHE COL SUO “NON C’È MONDO FUORI DALLE MURA DI VERONA” PRESE, A NOSTRO AVVISO, UN BEL GRANCHIO. 

DA BRAVI SALMONI, SCROLLATACI LA SABBIA ESTIVA DI DOSSO, ABBIAMO RIPRESO ILNOSTRO CAMMINO, PARTENDO DA VERONA SUD E ABBIAMO TROVATO DEGLI EROI.

La Guida Salmon di Verona Sud

Ed è così che, scivolando per Basso Acquar e costeggiando Viale Piave, ci siamo addentrati a Verona Sud. Sì, perché fin dall’inizio abbiamo capito che trovare un solo nome per questo esteso arcipelago (Borgo Roma, Golosine, Santa Lucia, ZAI…) era davvero troppo riduttivo e così abbiamo fatto appello alla forza dei punti cardinali.

È noto che questa zona negli ultimi anni è stata sotto la lente d’ingrandimento nei maggiori piani urbanistici, scossi soprattutto da (potenziali) investimenti esterni ed interni, volti alla ristrutturazione o alla creazione di più o meno utili nuovi servizi. Ma questo carattere Verona Sud se lo porta dietro da anni. Da quando qui si disputavano le sfide nel velodromo e si è scesi da cavallo per cavalcare il miracolo industriale, da quando si è saliti sul treno della rivoluzione dei trasporti con il polo ferroviario si è arrivati ai magazzini generali e al boom fieristico.

Ah se i muri (o le mura, in questo caso) potessero parlare!

Ma a noi piccoli salmoni, totalmente rapiti dall’affascinante storia del quartiere, l’anima eroica delle realtà associative ci ha fatto battere le pinne a ritmo sincronico. Come gli Gnomi Verdi, adepti della manutenzione del verde, che sbrigano tutte quelle faccende che gli altri non vogliono o non possono fare. Loro escono silenziosamente da La Genovesa, storica eccellenza nazionale di “rigenerazione umana”, come qui si potrebbe chiamare l’uscita dalla alcol e tossicodipendenza. Mentre si insegnano ai bambini le meraviglie degli animali nella Fattoria Didattica (segnatevi la festa d’autunno del 13 Ottobre), si inspira ed espira aria buona (ma non buonissima), rimessa in circolo con nuova potente vitalità. E se di profondità si ha bisogno, spostandosi un poco, si può meditare ancora più a fondo, frequentando Nuova Acropoli, ricetta fusion di filosofia e volontariato che per capirla è necessario provarla (da tenere sott’occhio il calendario di iniziative autunnali e invernali).

Da queste parti abbiamo percepito una capacità innata di generare e rigenerare, di guardare le cose – e le persone – non per quello che sembrano, ma per quello che sono o potrebbero diventare. Come nel caso di Avanguardia, impresa sociale del design che riporta in vita oggetti e materiali con ingegno, passione e chiacchiere di piacere. O il semplice piacere di condividere il fare e il saper fare, come negli spazi di GeneraLab, dove altre magie sono compiute da Le Fate Onlus e D-HUB che mescolano vita e lavoro di donne che vogliono reinventarsi e sviluppare i loro progetti creativi, insieme. Miscugli così potenti che correrebbero il rischio di una caccia alle streghe se fossimo a Salem.

Da Salmoni non potevamo non farci colpire dalle reti (quelle buone!), dei tanti pesci del Mare del Sud. Come quel gruppo di avventurieri di WelfCare - un progetto sparpagliato sull’intero territorio veronese che si è messo in testa di far risolvere i problemi nelle comunità direttamente dalla comunità. Sono testardi e non molleranno facilmente. E questo ci è piaciuto. Loro sono parte di quelli che a Sud hanno deciso di venirci, apposta. Come il cocktail esplosivo di Energie Sociali, una grande famiglia di esploratori dell’umano, una cooperativa che ha messo i ragazzi – quelli che di buche ne hanno saltate parecchie e qualche ramo l’anno preso dritto dritto in faccia – al centro del loro mondo. Questa cooperativa si è trasferita da Veronetta a Verona Sud; ha scelto un condominio proprio dietro i grossi supermercati, lo ha rigenerato chiamandolo “Il Borgo”, ci ha impiantato una biblioteca di quartiere, dei negozi, tante famiglie e ha suonato i tutti i campanelli per presentarsi. E vi aspettano a pranzo se volete conoscerli.

Qui si sono recentemente impiantati due musei unici nel loro genere: il MusaLab – dedicato agliangeli custodi del teatro Dario Fo e Franca Rame (si a Verona, non a Milano, non a Roma, proprio a Verona!) - e il Children Museum, primo museo interattivo dedicato al bambino che con questa scusa permette anche ai grandi di ritornare a scoprire le cose.

E mentre pedaliamo carichi di questi entusiasmi, sentiamo la spinta di quella mano invisibile, quella realtà che è stata pioniera nel portare cultura quaggiù, quell’Interzona che, partita come una missione solidaristica in yugoslavia durante la guerra, ha insegnato a tanti il potere del fare le cose, di non aspettare che arrivino, di costruirsele. 

C’è un vento strano in Basso Acquar finché torniamo indietro dalla nostra esplorazione. È il vento della discesa, in parte. Ma è soprattutto un vento denso, elettrico, frizzante. Come quello prima di una tempesta. Un’altra esplorazione è finita – o forse, appena, appena cominciata? – e torniamo a ri-sponsare. Troveremo ancora i vecchi amici e gli stessi miscredenti, ad aspettarci.

Dormiamo, sogniamo un dialogo con il buon vecchio William, glielo diciamo che si è sbagliato, che fuori dalle mura di Verona c’è davvero tanto e tanto da conoscere ancora. A suon di aforismi, lui ci guarda fisso negli occhi e ci riporta la sua verità: «Vi sono più cose in cielo e in terra, Orazio, di quante se ne sognano nella vostra filosofia». E questa volta, siamo d’accordo.


Cittadini umani e influencer analogici: il progetto Welfcare

Ci siamo imbattuti in un libro di Mauro Magatti che parla di cambi di paradigmi e di economia generativa, in cui tutti siamo protagonisti attivi della società in cui viviamo. Ecco, qua di seguito degli esempi reali del nostro ricco territorio.

Il Salmone come tutti gli altri pesci nuota nell’acqua, ma differentemente dai suoi colleghi, va controcorrente per depositare le uova. Questa è anche la vita di noi Salmoni veronesi: scoprire le chicche più nascoste, le bellezze meno esibite e portarle alla luce è la nostra missione.

È così, che nel nostro peregrinare dal Lago di Garda a Monteforte d’Alpone, da Passo Malera alla Valle del Menago, ci imbattiamo tutti i giorni in persone e progetti “daffogo”!

Andiamo a scovarli, senza una tecnica precisa o particolarmente innovativa. Sono le persone, spesso, a indicarci la strada: basta incoraggiarle, dar loro fiducia e in un attimo “i taca” a raccontare. A quel punto, sta tutto nell’ascoltarle e scoprire che anche il veneto più duro è in realtà un po’ “teròn”, o un po’ “moro” oppure un po’ “sengalo” dentro.

Rispetto a qualche anno fa, le famiglie e le loro condizioni economiche sono parecchio cambiate; non è più il mondo dei nostri nonni e dei nostri padri. Proprio sull’onda ( 😉 ) di questi cambiamenti strutturali, che non sempre le istituzioni sono in grado di cogliere e di reagire, è partito a gennaio dell’anno scorso un progetto tanto ambizioso quanto attuale. Si chiama WelfCaree si rivolge a cinque poli del Comune di Verona e della provincia: Saval, Borgo Roma, Parona, Villafranca e San Bonifacio.

Proprio come loro stessi dichiarano, l’obiettivo generale del progetto è quello di innescare dinamiche spontanee di “welfare di comunità” che siano in grado di creare soluzioni alle problematiche delle famiglie di oggi, famiglie nell’accezione più ampia del termine.

Assistenza agli anziani, aiuto alle famiglie monogenitoriali o con entrambe i genitori lavoratori, supporto sanitario di base…insomma, esempi di interventi che anche i normali cittadini possono facilmente attivare; un aiuto reciproco che nasce dal “semplice” conoscersi e dall’apertura verso gli altri.

Pranzo con i residenti del Saval

Nel caso del Saval, anche lo staff di Salmon Magazine è entrato in piena collaborazione con il WelfCare. Infatti, un aspetto molto importante per poter attivare processi di cittadinanza attiva, è il concetto di identità e appartenenza ad un luogo, ad una comunità e, come in questo caso, ad un quartiere. Per questo motivo le guide/mappe che realizziamo possono essere molto molto utili. Se poi le indicazioni delle attività e delle iniziative più interessanti del quartiere vengono direttamente da residenti, si innescano processi tanto virtuosi quanto “normali” che portano ad abbattere i muri dei propri appartamenti, a condividere le risorse per risolvere insieme le difficoltà delle quotidianità e condividerne le gioie. È così che è stata realizzata la guida/mappa di Salmon, presentata alla sagra del Saval il primo settembre: siamo stati a cena da residenti del quartiere, con persone che non necessariamente si conoscevano ma che quando hanno dovuto dire la loro sulle realtà più interessanti e autentiche del borgo, si sono scatenati diventando presto molto più che semplici concittadini.

A proposito, tenete sott’occhio il sito o e la pagina Fb. Lo staff di Welfcare al Saval sta organizzando un calendario di iniziative molto molto interessanti che si svolgeranno proprio alla fine di questo mese: laboratori, corsi, eventi, concerti…

Progetti innovativi di cittadinanza attiva: c’è anche Groove

Trentadue comuni della provincia, dall’alto Lago alla Valdadige, passando per la Valpolicella fino a Vigasio, che hanno condiviso un percorso di co-progettazione finalizzato al coinvolgimento dei giovani: vedere non più i ragazzi come un problema, ma come protagonisti dei territori di appartenenza e chiamarli a giocare un ruolo di primo piano su tematiche urgenti: cultura, biblioteca, educazione ambientale, promozione del territorio, associazionismo… un totale di dieci progetti che vedranno il coinvolgimento di 90 ragazzi selezionati tramite una call pubblica promossa sia sui canali ufficiali di Carta Giovani, ma anche su tutti i media locali, naturalmente Salmon Magazine in primis 😉 . I ragazzi, tra i 18 e i 30 anni, saranno seguiti da educatori professionali che, insieme ad un tutor progettuale, coordineranno le azioni co-progettate con il team di giovani. I percorsi proposti sono della durata di 100 ore di servizio durante le quali i giovani riceveranno un contributo economico pari al 50% del tempo impiegato.

Questo progetto è un esempio unico, speriamo non l’ultimo, nella provincia veronese ed è il frutto della collaborazione tra istituzioni pubbliche e private, quali Ulss n.9, Hermete, Coop. I Piosi, Fondazione Edulife e il finanziamento di Fondazione Cariverona che, tra l’altro, sostiene economicamente anche tutto il progetto WelfCare.

Quindi, per concludere, che dire? Non solo Romeo&Giulietta, non solo la meravigliosa Arena di Verona non solo Hellas e Ceo, ma anche tante energie nuove e fresche con i giovani al centro del palcoscenico!

Cena con i residenti di San Zeno

GLI EDUCATORI SI FANNO IL MAZZO: LEGGERE PER CREDERE!

Il servizio educativo territoriale dell’ULSS 9 Scaligera è probabilmente un caso unico nel suo genere a livello nazionale: non esistono casi di organizzazioni inter-comunali in Veneto e forse in Italia con questa delega specifica. 

Nello specifico, la superficie di azione si estende su 37 comuni in tutta la zona ovest della provincia di Verona, dalla punta nord del Lago alla “bassa”. A chi si rivolge? Alla comunità intera ma, nel dettaglio, la delega dei comuni riguarda giovani e minori e, di conseguenza, le famiglie.

Sono punti di ascolto per il singolo individuo, ma soprattutto per le associazioni, le scuole, le cooperative… gruppi di persone con le quali gli educatori comunali creano sinergie e alleanze e progetti condivisi: sono antenne che ascoltano il territorio dal quale propongono azioni concrete.

Si cerca di costruire reti e progetti che agiscano da un lato sul disagio e dall’altro sulla promozione del benessere,  investendo sulla prevenzione di potenziali fragilità future anche mediante pratiche di “welfare generativo”: aiutare alcune persone ma, nel contempo, attivarne altre che si impegnino all'interno della comunità, prendendosene cura. 

Ad esempio, un’iniziativa attivata in quasi tutti i comuni coinvolti è la creazione di spazi famiglia: si tratta di luoghi che favoriscono l’incontro e il confronto tra giovani mamme con i propri bimbi, il cui obiettivo principale è il sostegno alla genitorialità. Grazie anche al supporto di esperti professionisti e degli educatori stessi.

Per quanto riguarda le politiche giovanili invece vengono attivati in tutti i comuni diversi progetti di aggregazione. Punti di ritrovo, luoghi dove viene favorito l’incontro e la partecipazione. 

Nel 2018 sono state più di 400, tra progetti e servizi, le proposte erogate dal servizio educativo territoriale. Ma cosa spinge le persone a lavorare in questo campo?

Innanzitutto è doveroso sottolineare che quando parliamo di educatore parliamo di un professionista, dotato di una forte passione e di competenze tecniche. Ciò che spinge queste persone a lavorare per i servizi educativi è principalmente l’interesse per il bene delle persone.

Speranze per il futuro? 

Trovare un collegamento anche con la rete economica oltre che con quella umana e sociale, iniziando a parlare quindi anche con aziende e imprenditori.


NUOVO BECINEMA PARADISO

Sarà un cinema di serie B?

Salmon presente all’inaugurazione di sabato 19/10/2019 del nuovo BeCinema di Villa Albertini di Arbizzano (Via San Francesco, 20, Arbizzano – Santa Maria Negrar, VR) - pronto a raccontarvi qualcosa in più a riguardo.
Un cinema in Valpolicella, una proposta di intrattenimento culturale che mancava da un po’.
Infatti al momento è l’unico cinema attivo in Valpo: intervistando brevemente Elly Zampieri (responsabile dell’area cultura della Onlus Hermete) sono usciti i nomi e i ricordi dei cinema che son passati per una delle più blasonate valli vinicole di Verona.
Ci hanno provato gli oratori, c’erano riusciti per un po’ Sant’Ambrogio di Valpolicella, Domegliara e perfino a Purano (storie raccontano che però qui il cinema di tingeva di colori adatti solo ai salmoni adulti…), ma nessun cinema è durato fino ad ora.
Ci riprova la sinergia tra Hermete e Circolo del Cinema, che vanno ad ottimizzare le risorse del Comune di Negrar e del MiBAC.
Da questo dream teamesce una primarassegna di film dedicata in special modo a studenti e insegnanti, ma strizza l’occhio anche al grande pubblico offrendo una serie di film che vanno a distanziarsi dal circuito commerciale per offrire una valorizzazione del territorio e una promozione del valore educativo-didattico della Settima Arte.
Quindi i super-nomi citati nella super-Valpolicella vanno a portare la Bellezza e la forza del Cinema (quello con la C maiuscola) in una villa in “ricostruzione”.
Secondo voi con queste premesse è un cinema di serie B?
Assolutamente no, lo conferma il primo film per il grande pubblico: “I 400 colpi” di Truffaut del 1959, capolavoro della Nouvelle-Vague, definito da Godard come “il film più libero di tutti”.
Altra conferma arriva dalla qualità della comunicazione del progetto: spero abbiate notato anche voi il logo creato: un proiettore che compone metà di un cuore illumina e dà lustro a ciò che gli sta vicino – e punta in alto.

Sì, ma “ma che noia che barba, che barba che noia” Truffaut di 60 anni fa! Se lo pensate davvero dovevate vedere la sala gremita con alcune persone in piedi per vedere il capolavoro francese restaurato dalla Cineteca di Bologna.
“Dai, erano lì per il buffet” potrebbe schernire qualcuno ma a ben guardare non era menzionato da nessuna parte quel bendidio di dolci e vini che erano offerti appena fuori dall’Auditorium.
Se vi state chiedendo che vino abbiamo bevuto, beh, lasciatevelo dire da Mastroianni:

https://www.youtube.com/watch?v=i418xnSgArw

A seguire due immagini della serata che vi farà forse capire l’emozione che i ragazzi di Hermete hanno provato nel vedere la calorosa risposta della comunità di Arbizzano e dintorni.
Non era scontato che il pubblico recepisse con tanta partecipazione un evento del genere.
Buona fortuna a BeCinema per la sua crescita!


Cruditè, opinioni che spaccano – Episodio 02: RISOTTO VerSo RABOSELLO

Questa non è una rubrica scritta da un Salmone schizofrenico, ma da noi: Sofia e Lorenzo, fratelli di lunga data che amano fare spesso e volentieri, da soli o in compagnia, qualche bracciata controcorrente. Da sempre animiamo i nostri incontri con discussioni più o meno accese. Così, anche i nostri articoli sono concepiti (oltre che ispirati) dal confronto che abbiamo sui temi più scottanti della (nostra) vita veronese. Il risultato è che, una volta messo nero su bianco, l’articolo prende naturalmente la forma di un dialogo, dove esprimiamo le nostre opinioni cercando di superare l’ottica del b(r)anco, non tanto evitando di avere preconcetti, ma quantomeno con la disponibilità a cambiarli. Questo è CRUDITÉ – opinioni che spaccano, ma ora vogliamo sapere come la pensi tu! Fallo con un commento qui sotto o su tutti i social di Salmon Magazine.

La Festa del riso di Isola della Scala è ormai giunta al termine anche quest’anno, ed io la vedo sempre un po’ come l’epilogo della stagione delle sagre, a parte alcune chicche che si spingono fino alle porte dell’inverno, ma che trovo abbiano già quel sapore che ha la sosta al paninaro onto alla fine di una serata, quando ti prepari a pregustare il tepore del letto.

In genere, quando riusciamo, in sagra ci piace andarci insieme: è una tradizione che ha radici lontane, qui tra le fiere della Bassa. Ma quest’estate una domanda quasi ricorrente si è insinuata nelle nostre conversazioni, ve la riproponiamo: ma qual è l’orario migliore per andare a mangiare in sagra?!

Allora, io dico la mia e tu dici la tua (ma ci piacerebbe che anche altri salmoni intervenissero, anche senza alzare la pinna): io, leggermente misantropo e decisamente pigro vorrei sempre andarci in orari non sospetti, tardi, in modo tale da evitare code alla cassa e non aspettare tempi biblici per la mia grigliatina... posso?

Hai detto bene: il tuo è il punto di vista degno di un assoluto misantropo! Io invece tengo conto di tutto il contesto, la mia formazione sociologica mi ha segnato nel profondo…

No, alle sagre non ci si può presentare alle 10 di sera. E ti posso dire che le motivazioni sono molteplici (non soltanto il cibo non esattamente freschissimo). 

Te li elenco, così forse riesco ad essere più incisiva:

  1.  Devi mimetizzarti con l’assemblea antropomorfa (la fauna locale di età media over 65), solo così puoi apprezzare realmente l’anima dell’evento; 
  2.  Puoi mangiare con uno sano brusio di sottofondo, invece che accompagnato dalla voce della “frontgirl” dell’orchestra di turno che canta con qualche ottava al di sopra della tolleranza dell’orecchio umano;
  3.  Dopo cena puoi fare una tranquilla passeggiata digestiva (o arrivare fino alla bancarella delle mandorle se proprio vuoi chiudere con un tocco di grazia) per aiutare il tuo stomaco ad affrontare più serenamente la notte;
  4.  Hai la possibilità di scegliere tra TUTTI i piatti disponibili: quante volte ti è capitato che fosse finito quello che desideravi?
  5.  Infine, di nuovo il discorso età: da giovanotto quale sei capisco che i tuoi aperitivi possano durare fino alle 21.45, ma io, nella mia veste di genitore di una bimba di un anno e mezzo, devo fare in modo di mangiare alle 19.30 per gustarmi una cena in pace.

Non so se posso competere contro un intero elenco di motivazioni, ed ammetto che soffro un po’ il dovermi accontentare spesso di carne un po’ stopposa o risotto stracotto… ed ecco che in queste situazioni prendono il via il nervoso e le invettive nei confronti dell’organizzazione o del comitato di turno, responsabili “di condurre questa storica sagra verso un declino inesorabile anno dopo anni!!!”

Tuttavia, rimango dell’opinione che mi richieda troppa fatica anticipare i miei orari. Non per via, come dici tu, della mia età anagrafica, in quanto sai bene anche tu che nel mio caso non rispecchia affatto quella reale; ma semplicemente perché sono un abitudinario. E poi, ripeto, odio fare coda! 

E’ vero, io magari devo aspettare qualche minuto in più in coda alla cassa, ci metto un po’ a trovare un tavolo, ma sono tempi ragionevoli in fin dei conti. Considerando che quello che ci guadagno è un bel tuffo nel cuore del paese, con le sue dinamiche, con i suoi personaggi e i loro relativi proverbi (che dovremmo scrivere perchè altrimenti spariranno!).

Per me tutto ciò è impagabile, ma io sono una romantica e credo che le sagre di paese vadano vissute appieno per non perdere un minuto di tutto ciò che ci possono regalare. 

Mi hai (parzialmente) convinto: mi impegnerò a rispettare i tuoi orari quando ci troveremo in sagra… A proposito, organizziamo per un risotto a Isola? Altri Salmons vogliono accodarsi?! 

Fatecelo sapere o dite comunque la vostra per rinfocolare l’eterna Saga delle Sagre lasciando un commento qui sotto, o sui social, o scriveteci una mail, una lettera o uno striscione aereo. Quello che preferite, sapete dove trovarci… IN ADESE!